
40 anni di Food – Contributo da parte del nostro Industry Expert Sandro Gozzi
Il mio percorso lavorativo è sempre stato nel settore industriale Food & Beverage (F&B).
Ho gestito aziende di marca di medie e grandi dimensioni svolgendo una costante azione di sviluppo del business sia per linee interne che, soprattutto, per linee esterne.
Il settore industriale Food & Beverage era poco conosciuto alla finanza fino a un paio di decenni fa e spesso confuso con il mondo agricolo, di cui rappresenta la parte finale più prossima al mercato.
I settori trainanti per gli investimenti del mondo finanziario sono stati per anni principalmente la meccanica, l’elettronica e l’healthcare e solo negli anni c’è stato un crescente e forte interesse per il mondo F&B
Il fascino di prodotti pieni di storia, le competenze del saper fare, la riconoscibilità internazionale dei prodotti, la bassa ma costante redditività, e, soprattutto, la anticiclicità di un settore invidiato da tanti Paesi industriali, hanno reso il settore F&B interessante e pieno di opportunità per la finanza.
E ricordiamo che il settore F&B in Italia è secondo solo al metalmeccanico, in termini di addetti e fatturato.
Negli anni molti investitori hanno cambiato idea su questo importante comparto del nostro Paese, che è diventato una delle tre A che caratterizzano il Made in Italy: Alimentare, Arredamento e Alta moda o, per dirla con gli Anglosassoni, delle 3F, Food, Furniture and Fashion
Tutto il mondo oramai riconosce la leadership del Made in Italy in questi settori.
Noi siamo riconosciuti per la qualità dei nostri prodotti, piuttosto che per la quantità delle produzioni.
Certo non possiamo competere con le multinazionali del Food, ma possiamo affermare nel mondo prodotti di valore, riconosciuti dai consumatori di ogni Paese.
La lingua nel Food è l’italiano, e spesso non c’è traduzione.
Ed è in questo mondo che mi sono formato, un mondo di attenzione maniacale al prodotto con tradizioni tramandate da generazioni, e presenza sui mercati mondiali, con l’artigianalità coniugata alle nuove tecnologie, con consumatori differenti per storia, cultura e abitudini alimentari.
La segmentazione noi l’abbiamo nel DNA, non è un fattore competitivo di marketing.
La Qualità l’abbiamo dentro nelle nostre azioni e nel nostro modo di pensare, per noi è normale fare Qualità.
Il Brand nel Food spesso è sinonimo di famiglia, la nostra marca è il nostro cognome.
Ora però sono cambiati i paradigmi.
Mercati internazionali complessi, scambi sempre più diffusi, concentrazioni distributive, e consumatori più attenti e consapevoli, richiedono sfide più complesse e competenze diffuse e, soprattutto, aziende che siano in grado di misurarsi con questi nuovi fattori competitivi.
Il prodotto buono e unico non basta più.
Dobbiamo pensare ad un mercato di riferimento internazionale e, per fare questo, sono necessarie competenze nuove, nuove tecnologie, dimensioni maggiori di business, distintività dei prodotti, strategie di Brand e una visione chiara e definita del posizionamento delle nostre aziende sul mercato.
Del resto il passo più difficile l’abbiamo già fatto: il prodotto di qualità che riesce ad affermarsi su tutti i mercati mondiali.
Giusto per dare un paio di dati, nel 2020 le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy hanno fatto segnare il massimo storico di sempre con un valore di 46,1 miliardi (+1,9%) e nel complesso il settore vale oltre il 10% delle esportazioni complessive pari a 433,5 miliardi di euro (dati ISTAT)
Se vuoi approfondire scrivimi: sandrogozzi@cavoursp.it