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01 Mar 2022

NON SEMPRE CAMBIARE EQUIVALE A MIGLIORARE, MA PER MIGLIORARE BISOGNA CAMBIARE CONTRIBUTO DA PARTE DEL NOSTRO INDUSTRY EXPERT DELL'ICT DOMENICO NETTI

Pubblichiamo con piacere un contributo da parte del nostro Industry Expert dell’ICT Domenico Netti.

Ho scelto come titolo una citazione di quel formidabile autore di aforismi (e non solo…) che fu Winston Churchill, perchè mi sembra adattarsi bene ai diversi punti su cui questo breve articolo è strutturato.

Per cominciare, un rapido accenno al mio percorso professionale; inizialmente orientato verso l’ingegneria nucleare con la laurea al Politecnico di Torino, seguita da una virata verso l’Information Technology che, nell’arco di più di 25 anni trascorsi in un grande gruppo Telco, mi ha portato a ricoprire posizioni di management tecnico in aree applicative molto diverse tra loro: dall’ERP al contrasto alle frodi; dai sistemi di gestione delle reti alla comunicazione web istituzionale.
Dopo l’esperienza nella grande azienda, la partecipazione all’attività di una startup, il coinvolgimento in una realtà no profit operante nell’ambito della Logistica ed infine (almeno per il momento…) l’approdo ad attività consulenziali relative a piattaforme e soluzioni di Business Process Management, che affiancano la collaborazione con Cavour Finance in veste di Industry Expert.

Passando al mio ambito di competenza, quando si pensa all’Information Communication and Technology, i riferimenti al cambiamento possono essere molteplici: uno, immediato, deriva dall’intenderlo come evoluzione tecnologica; un altro è invece associato all’effetto che le innovazioni targate ICT hanno avuto sulla nostra esistenza di tutti i giorni: un mondo senza internet, posta elettronica, telefonia mobile, sistemi di pagamento elettronico e cloud appartiene ormai solo ai ricordi di generazioni più o meno attempate, mentre l’aspettativa inerente il potenziale della “prossima ondata” (5G, IoT, Intelligenza Artificiale) inizia già ad essere sostituita dalla percezione diretta dei suoi impatti.
C’è poi una terza assonanza, business oriented, legata alla mutazione profonda dei fattori di successo sul mercato: da servizi e prodotti rivolti ad un target massivo ed indifferenziato (ad esempio, la telefonìa o l’office automation), si è passati al prevalere quasi assoluto di applicazioni, servizi e apparati basati sulla personalizzazione (le app, i social networks, i personal assistant, i motori di ricerca…), grazie ai quali gli utenti  generano fatturato, in larga misura legato alla pubblicità, spesso donando più o meno consapevolmente i propri dati, destinati a rendere quella stessa personalizzazione ancora più mirata ed efficace…

Entriamo ora nell’ambito più diretto M&A, alla cui frequentazione, del resto, si devono queste righe. Nel report di Price Waterhouse Coopers su Global and Italian M&A Trends 2021 e Outlook 2022(1), per lo specifico ambito TMT (Telco, Media, Technology) si formula una previsione che vede in crescita “…il numero delle operazioni collegate a revisioni del portafoglio di attività delle grandi conglomerate, competizione tra private equity e mondo corporate con operazioni fortemente orientate all’acquisizione di competenze distintive a livello industriale e tecnologico

In vista della n-esima rivoluzione tecnologica in arrivo (quella legata a 5G, IoT, AI, per intenderci), non deve sorprendere che il contenuto tecnologico di un’azienda possa divenire il fattore determinante per un’acquisizione; per quanto ipertrofico possa essere questo cambiamento di peso, difficilmente si ripeteranno gli eccessi legati alla bolla speculativa delle “Dot-com”, sviluppatasi a partire dal 1997 e collassata tra il 2000 ed il 2001, agli albori della larga diffusione di intenet: gli industry expert vigileranno…

A chiudere, qualche (inevitabile) cifra per dimensionare il contesto M&A nello specifico ambito ICT:

  • secondo il rapporto annuale Assintel, nel 2021 il valore del mercato ICT italiano ha raggiunto i 34,4 miliardi di euro, con spesa in crescita del 4,1% nell’anno e previsioni di +3,3 % per i due anni successivi;
  • sempre nel 2021 (anno record per l’M&A in Italia, con oltre 1100 operazioni chiuse per un controvalore di circa 98 miliardi – KPMG(2)), circa 200 operazioni annunciate hanno riguardato l’ambito TMT, con un controvalore atteso di circa 18 miliardi, inclusivi dei 12,2 della manifestazione d’interesse KKR su Telecom Italia, esempio “estremo” di un settore caratterizzato da un minor numero di operazioni, con ticket medio più elevato e conseguente maggiore volatilità (PWC(1)).

In tema di numeri e trend, difficile resistere alla tentazione di concludere allo stesso modo con cui ho iniziato…sempre Churchill (ancora lui!) sosteneva che “Le sole statistiche di cui possiamo fidarci sono quelle che noi abbiamo truccato”…avrà avuto ragione?

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viviana